Abbazia di Santa Croce dei Conti | Marche travelling

Abbazia di Santa Croce dei Conti

L’Abbazia di Santa Croce dei Conti, circondata da una fitta vegetazione, è collocata alle pendici dell’omonimo Monte Santa Croce, non distante dal centro storico di Sassoferrato.

Si tratta di uno dei più rilevanti esempi di architettura e arte romanica nelle Marche, con caratteristiche strutturali che ricordano quelle di altre chiese del territorio, come la chiesa di San Vittore alle Chiuse, quella di Santa Maria delle Moie o quella di San Claudio al Chienti.

L’Abbazia di Santa Croce fu edificata nel XII secolo per volere dei Conti Atti – all’epoca i signori di Sassoferrato – assieme ad un annesso monastero. Monastero affidato alla cura dei monaci camaldolesi, che qui si stabilirono per svariati secoli.

Per accedere alla chiesa bisogna oltrepassare una volta a botte, impreziosita da cornici in pietra decorate con elementi geometrici o che richiamano il mondo naturale.

Fulcro dell’abbazia, che si sviluppa seguendo una croce greca inscritta, è la parte centrale, dove spiccano quattro grandi pilastri e svariate colonne in granito e pietra calcarea, ricavati da materiali presi dall’antica città romana di Sentinum. Molto affascinanti i capitelli qui osservabili, con decorazioni che si rifanno alla natura e al mondo dei bestiari medievali, cui si aggiunge la scena sacra della Crocifissione.

Interessanti anche le altre opere d’arte custodite all’interno dell’Abbazia di Santa Croce, come la bellissima pala d’altare realizzata nel 1524 dal poliedrico artista sassoferratese Pietro Paolo Agabiti raffigurante San Benedetto tra quattro santi e sei monaci in preghiera. A questa si aggiungono un dipinto del XVII secolo attribuito ad Antonio Zanchi o al suo allievo Francesco Trevisani che rappresenta San Romualdo e Pietro Orsoleo (doge di Venezia), un paliotto ligneo intagliato dello stesso periodo e un bel San Rocco in terracotta invetriata del Quattrocento.

In passato era qui custodito anche un meraviglioso polittico del XV secolo realizzato da Giovan Antonio da Pesaro, oggi osservabile presso la Galleria Nazionale delle Marche ad Urbino.