
Carnevale di Fano
A Fano il Carnevale è storia e tradizione, ma anche colore, esuberanza, sorrisi, maschera, eccesso e molto altro. Non è una festa come tutte le altre, lo sanno bene i fanesi e lo sa bene chiunque abbia avuto la fortuna di trovarsi in città durante il periodo carnevalesco. Ogni anno sono infatti migliaia i visitatori che invadono le vie del centro storico per vivere le atmosfere uniche di queste giornate e assistere alla spettacolare sfilata dei carri – con annesso tipico lancio dei dolciumi – e delle variopinte maschere che danzano al ritmo delle note fuoriuscite dagli strumenti della tradizionale banda della Musica Arabita, nata nel 1923 da un “gruppo di mattacchioni fanesi [che] amava organizzare allegre serate la suono di fisarmoniche, campanacci, barattoli di latta, caffettiere, brocche, ombrelli, bottiglie, bidoni, in un’allegra parodia delle orchestre di alto livello”.

Maschera di “El Vulòn”
L’amore per questa festa ha radici lontane. Il Carnevale di Fano è infatti uno dei più antichi d’Italia – secondo alcuni addirittura il più antico insieme a quello di Venezia –, i cui festeggiamenti compaiono già in un documento del 1347, che lascia presumere anche origini precedenti a questa data. Divenuto nei secoli sempre più unico e rilevante, nel 1871 venne presa la decisione di istituire un comitato deputato all’organizzazione di questo grandioso evento, ancora oggi attivo e vissuto da moltissime persone.
E come ogni Carnevale che si rispetti anche Fano ha la sua maschera tipica: “El Vulòn”, conosciuta in città come “El Pup”, ideata nel 1951 dal pittore e dirigente della Società Carnevalesca Rino Fucci e ispirata a personaggi della tradizione popolare.
Un ricco programma di eventi, che si sviluppa diversamente ogni anno, occupa tutto il mese di febbraio, per terminare il martedì grasso con il cosiddetto “Rogo del Pupo” che indica la chiusura del Carnevale.
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