
Casa-museo Osvaldo Licini
Osvaldo Licini fu un grande interprete della pittura del Novecento.
In questa casa, nel cuore del centro storico di Monte Vidon Corrado, Licini nacque il 22 marzo del 1894, crescendo con la sorella dietro le cure del nonno paterno.
Dopo aver portato a termine il suo percorso di studi tra Bologna e Firenze, l’artista marchigiano raggiunse la sua maturità artistica a Parigi, dove passò diversi anni prima di sentire forte il richiamo delle sue radici, che lo porteranno nuovamente a Monte Vidon Corrado nel 1926 assieme alla moglie svedese Nanny Hellstrom. Qui morirà l’11 ottobre del 1958 all’età di 64 anni.

Il legame tra Monte Vidon Corrado e Licini – che fu anche sindaco del paese tra il 1946 e il 1956 – fu dunque stretto e duraturo, e di quella che è oggi la casa-museo il pittore fece il suo “laboratorio d’arte sperimentale”, come da lui stesso definito in una lettera del 1939.
La casa-museo riflette la poliedricità del Licini uomo e del Licini artista, ma anche la grande personalità di sua moglie Nanny, anch’essa pittrice e donna di grande cultura.
La loro casa nel piccolo borgo di Monte Vidon Corrado era infatti lo spazio di due intellettuali, viaggiatori e conoscitori del mondo.
Sviluppata su tre piani la casa mostra ancora oggi in modo fedele buona parte degli ambienti e degli oggetti che dovevano animarla un tempo.
La cantina sotterranea in laterizio, primo ambiente della visita, era il luogo dove Licini preparava i suoi e colori e dove, secondo alcuni, era solito tenere le sue riunioni politiche. Oggi questo spazio ospita all’occasione mostre temporanee.
Al piano terra è possibile invece osservare la cucina, con una bella credenza dipinta dall’artista con un fiore e un cavallo stilizzati, e il soggiorno, che custodisce due importanti dipinti: Ritratto della madre (1926) e Paesaggio (1927), entrambi rappresentativi del forte legame con le sue radici.
Al piano superiore, raggiungibile tramite un vano scala dove è possibile ammirare una pittura murale realizzata da Licini nella metà degli anni Quaranta, si trovano lo studio dell’artista, con la scrivania e il lettino da cui dipingeva quasi sdraiato per far riposare una gamba ferita durante la prima guerra mondiale, la camera da letto dei due coniugi e la cameretta di Caterina, figlia adottiva di Nanny.