
Che cosa significa “σφόδρα δ’εὔοινός”?
Vediamo quanti grecisti ci sono tra i nostri lettori che sanno tradurre “σφόδρα δ’εὔοινός”.
Per chi non l’avesse capito, è greco antico ed ha a che fare con la nostra regione. O meglio con una zona molto apprezzata della nostra regione.
Ma partiamo dall’inizio: come molti di voi sapranno le origini di alcune cittadine marine della nostra regione hanno una stretta connessione con la Grecia antica. Una di queste è il nostro capoluogo di regione: Ancona. Vi facciamo un ripasso: Ancona, deriva da Ankòn che in greco significava gomito (per l’ovvia caratteristica geografica). Divenne una città nel 387 a.C. quando alcuni greci siracusani, scappati dalla tirannide di Dionisio, fondarono la colonia sul colle Guasco. I siracusani, che fondarono la città, come ben saprete, provenivano da una stirpe dorica e non a caso oggi viene chiamata ancora “città dorica“. Una città che a differenza di altre che, nonostante molti anni prima vi abitassero i piceni, rimase con un gran attaccamento alla cultura greca ed alle sue origini anche quando la romanizzazione dell’Italia si fece sempre più pericolosa.
Quindi “σφόδρα δ’εὔοινός” (sfódra d’eyoinόs) ha a che fare con la storia di Ancona e significa “produttrice di vino buono ed abbondante”. Eh già, anche i greci se n’erano accordi delle qualità culinarie dei nostri territori. In particolare ne fa riferimento Strabone ovvero un geografo e storico antico nato ad Amasea, l’odierna Amasya in Turchia. Infatti in una delle sue opere più importanti, “Geografia” appunto, ci racconta attraverso un uso delle fonti molto certosino (l’opera è stata composta tra il 14 ed il 23 d.C.) anche della nostra regione.
Ma di cosa stava parlando Strabone attraverso le sue fonti? Naturalmente del nostro pregiatissimo Rosso Conero, che affonda le radici proprio in quegli anni. Il vino che oggi è in tutte le tavole degli italiani e che viene prodotto in sette comuni di cui quattro appartenenti alla Riviera del Conero: Ancona, Camerano, Sirolo e Numana ed tre delle vicinanze ovvero Castelfidardo, Offagna ed Osimo. La sua particolarità è che essendo un vino DOC può esserne consentita la produzione soltanto nella zona del Monte Conero. Per produrlo si utilizzano i vitigni Montepulciano, puro o con un’aggiunta massima del 15% di Sangiovese.