
Eremo di Monte Giove
Appena fuori dal centro abitato di Fano, sorge un luogo che sembra essere il regno della pace e della tranquillità: l’Eremo di Monte Giove.
Edificato sulla cima dell’omonimo colle che svetta a 223 metri s.l.m, il cui nome potrebbe derivare dalla presenza in passato di un tempio dedicato a Giove – mancano però fonti a conferma di questa ipotesi –, questo complesso religioso è immerso nel verde, in una zona che può essere considerata un balcone naturale con una vista privilegiata su Fano e sulla costa adriatica da un lato e sulla valle del Metauro e l’entroterra marchigiano dall’altro.
Furono i monaci della Congregazione Camaldolese dell’ordine di San Benedetto a divenire, nel 1609, proprietari del colle e al dare il via ai lavori per l’edificazione dell’eremo, conclusisi nel 1627.

Divenuto in breve tempo un punto di riferimento del territorio, questo luogo crebbe negli anni di prestigio e magnificenza, tanto che nel 1657 si ricorda la visita della regina di Svezia Cristina Alessandra Maria.
Oggi l’Eremo di Monte Giove dispone ancora di una foresteria che può ospitare circa 30 persone, di un’ampia biblioteca dove sono raccolti oltre 1000 volumi e una piccola farmacia ancora in funzione.
A queste si aggiunge l’antica chiesa, dedicata al Salvatore e completamente ricostruita nel 1741 per problemi strutturali su progetto dell’architetto riminese Giovan Francesco Buonamici. Al suo interno sono custodite diverse opere d’arte interessanti, come le quattro statue che raffigurano San Bonifacio, San Pier Damiani,
Santa Scolastica e San Benedetto e quella marmorea di San Romualdo, fondatore dell’ordine camaldolese, o le due tele attribuite al pittore pesarese Gianadrea Lazzarini.