
I CRIVELLI NELLE MARCHE: UN ITINERARIO ALLA RICERCA DI TUTTE LE OPERE DEI DUE PITTORI SPARSE PER IL TERRITORIO
ECCO UN ITINERARIO IN GIRO PER LE MARCHE ALLA SCOPERTA DEI DIPINTI, POLITTICI PALE DEI CRIVELLI. DA NORD A SUD LE LORO MAGGIORI OPERE SPARSE PER LE MARCHE
Carlo e Vittore Crivelli rappresentano per le Marche larga parte della pittura quattrocentesca, due fratelli che da Venezia hanno scelto di vivere e quindi di lavorare nella nostra regione arricchendo borghi e città di opere di inestimabile valore, entrambi hanno influenzato profondamente il panorama artistico marchigiano e nazionale ed entrambi hanno dipinto pale d’altare e polittici di straordinaria bellezza oggi patrimonio non solo marchigiano ma mondiale poiché le loro opere si trovano nei più disparati musei, da Londra a New York, da Francoforte a Mosca da Tokyo a Vienna. Da Chicago a Utrecht, solo per citarne alcuni.
Carlo Crivelli nato a Venezia intorno al 1430 ed originario di Venezia, dopo essersi formato a Padova e a Zara lavorò prevalentemente nel sud delle Marche. Il suo arrivo è testimoniato dal Polittico di Massa Fermana datato 1468 mentre un anno dopo si trova già ad Ascoli Piceno anche se le sue opere gravitano anche nel territorio di Fermo come il Polittico di Porto San Giorgio del 1470 eseguito per la chiesa di san Giorgio, una tempera e olio su tavola oggi – smembrato – si trova in diversi musei.
A Macerata, nel Palazzo Buonaccorsi è custodita una Madonna col bambino, dipinto a tempera e oro su tavola databile al 1470, probabilmente parte di un polittico per la chiesa dei Minori Osservanti di Macerata. Mentre nel Polo Museale di Francesco a Montefiore dell’Aso troviamo il Trittico di Montefiore, ricomposizione dei sei pannelli facenti parte dell’originario e smembrato Polittico di Montefiore databile al 1471.
La Madonna di Corridonia – conservato nella Pinacoteca parrocchiale di Corridonia – è un dipinto a tempera e oro su tavola databile intorno al 1472, molto interessante poiché l’autore qui abbandona il fondo oro optando per il tipico drappo veneziano che cala coprendo lo schienale mentre la madonna è attorniata da cherubini e serafini su di uno sfondo azzurro.
Ad Ascoli Piceno sono conservate diverse opere di Carlo Crivelli: la Madonna di Poggio Bretta, il Primo e il Secondo trittico di Valle Castellana mentre per il Duomo esegue, nel 1473, il Polittico di Sant’Emidio, dipinto a tempera e oro su tela conservato ancora oggi nella cappella del Sacramento. A tre registri, quello centrale è composto dalle figure dei santi San Pietro e San Giovanni Battista, Sant’Emio e San Paolo ai lati della madonna col bambino in trono; nella parte alta al centro troviamo una Pietà e ai lati, a mezzo busto Santa Caterina d’Alessandria, San Girolamo, San Giorgio e Sant’Orsola, mentre la parte bassa è riservata al Cristo benedicente e agli apostoli.
Databile tra il 1477 e il 1480 troviamo a Monte San Martino il Polittico di Monte San Martino, nell’omonima chiesa, dipinto a tempera e oro su tavola insieme al fratello più piccolo Vittore: diviso in tre registri, quello centrale raffigurante la madonna col bambino ed ai lati i santi a figura intera Nicola, Michele Arcangelo, Giovanni Battista e Biagio, nella parte superiore al centro troviamo il Cristo morto mentre ai lati i santi a mezza figura Giovanni Evangelista, Martino, Giacomo, Caterina d’Alessandria. Nella predella in basso il Redentore è attorniato dagli apostoli.
Ad Ancona è conservata, nella Pinacoteca civica Francesco Podesti una Madonna col bambino databile al 1480, tempera su tavola facilmente riconducibile all’artista per lo schema tipico adottato e per la firma molto visibile sulla balaustra lapidea.
Interessanti dal punto di vista formativo e stilistico alcuni soggiorni a Camerino dove nel 1482 firma il Polittico di San Domenico mentre, pur non avendo attestazione certa, è fortemente credibile che abbia partecipato alla decorazione di Palazzo ducale voluta dai Conti di Varano proprio in quegli anni. Nella maturità accoglie novità stilistiche come la struttura della pala d’altare, ne abbiamo uno straordinario esempio nell’Annunciazione di Ascoli del 1486 dove si comprendono bene le innovazioni rinascimentali acquisite da Carlo pur rimanendo intatto lo stile, consapevole e voluto, antichizzante della tradizione veneziana.
Con l’avvicinarsi della vecchiaia, l’artista risulta in continuo movimento, tra Camerino, Matelica, Fabriano e Pergola, un ultimo documento lo ricorda a Fabriano, dove nell’agosto del 1494 consegnò una pala d’altare poco prima della morte avvenuta pochi mesi dopo.
Vittore, di qualche anno più giovane del fratello, soggiorna molto più tempo a Zara dov’è maestro di bottega e dove esegue opere oggi conservate nei vari musei del mondo, da Zagabria a New York, da Vienna a Mosca. Vittore si concentra nel fermano, con opere di tutto rispetto come i Polittici di Sant’Elpidio a Maree e di Torre di Palme. Diversi i dipinti sparsi nel territorio tra le province di Fermo e Macerata come il Trittico nella chiesa di San Basso a Cupramarittima, la Madonna adorante il Bambino nella chiesa di San Fortunato di Falerone o la Pietà di Palazzo Ricci a Macerata. Molte delle sue opere sono caratterizzate da un modulo compositivo e cromatico più disteso e forse meno incisivo rispetto al fratello Carlo, mentre i polittici sono eseguiti con molta eleganza formale e un’eccellente qualità artigianale. Di notevole interesse, i due polittici conservati nella chiesa di Monte San Martino, la Madonna adorante il bambino tra due angeli musicanti conservato nella Pinacoteca civica di Sarnano, il Polittico di San Severino Marche e il Beato Giacomo della Manca, San Sebastiano e San Rocco nella Galleria Nazionale di Urbino.