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Le cisterne romane di Fermo

Questa struttura sotterranea nel cuore del centro storico di Fermo è una delle principali testimonianze dell’antichità in città e nelle zone circostanti. Con un’estensione di circa 2200 mq. sono le cisterne romane più grandi d’Italia e tra le più importanti al mondo.

Si tratta di un imponente sistema idraulico che in passato era in grado di accumulare al suo interno l’acqua piovana e di redistribuirla nei vari punti della città, il tutto realizzato attraverso un incredibile sapere architettonico e ingegneristico che ha permesso l’utilizzo delle cisterne fino agli anni Ottanta del XX secolo.

L’ambiente offre la possibilità di fare un vero e proprio balzo nel passato, grazie al suo innegabile interesse storico che si unisce ad un’atmosfera coinvolgente e misteriosa. La poca luce, l’umidità e le basse temperature permettono infatti al visitatore di immergersi totalmente in questa esperienza, cui va aggiunto il fascino di camminare al di sotto delle principali vie del centro storico fermano.

Per le cisterne romane il Comune organizza visite guidate su prenotazione.

Struttura e storia

Questo importante esempio di ingegneria idraulica fu probabilmente costruito tra il I secolo a.C. e il I d.C. Trenta stanze voltate a botte e suddivise in tre file parallele occupano, come evidenziato in precedenza, un ampio spazio di circa 2200 mq., capace di raccogliere al suo interno ingenti quantità d’acqua.

In realtà le cisterne erano composte da tre serbatoi di diversa grandezza: uno completamente interrato e non visitabile, un secondo conosciuto come Piccole cisterne ed un ultimo chiamato Grandi cisterne che, come indicato dal nome, era il più ampio.

Le stanze sono tutte rivestite da una muratura che segue la tecnica dell’opus signinum – o cocciopesto –, già conosciuta in epoca romana ed utilizzata per la sua impermeabilità nelle architetture a stretto contatto con l’acqua.

 

Non si sa con certezza per quanto tempo le cisterne furono utilizzate, ma senza dubbio per un periodo molto lungo. Nel corso del tempo furono però dismesse, per tornare ad un loro parziale utilizzo sul finire dell’Ottocento. Alcune scritte sui muri della struttura, come “calma” o “uscita”, certificano inoltre il ruolo di questo spazio sotterraneo come rifugio durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.  

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