
PREISTORIA NELLE MARCHE SITI ARCHEOLOGICI DA VISITARE
La preistoria nelle Marche i siti archeologici da scoprire.
La preistoria è quel periodo della storia umana che convenzionalmente precede la scrittura, va da 2 milioni e mezzo di anni fa fino a circa il IV millennio a. C. e viene approssimativamente suddivisa in diverse fasi dell’evoluzione, dall’età della pietra all’età del rame e del bronzo fino a giungere all’età del ferro. Diverse sono le tracce della preistoria nelle Marche siti archeologici posti in diverse zone consentono una ricostruzione abbastanza accurata dei primissimi insediamenti umani che si stanziarono nel territorio marchigiano.
Le prime testimonianze della presenza umana nelle Marche risalgono al Paleolitico Inferiore e Medio e sono rappresentate dagli strumenti di pietra usati dai cacciatori. Più documentato il paleolitico superiore grazie agli scavi di Ponte di Pietra, nel territorio di Arcevia, un sito determinato dalla presenza di strumenti in selce e quelli rinvenuti a Serra San Quirico, in località Fosso Mergaoni dove, sulla riva destra del fiume Esino, sono stati riportati alla luce molti manufatti litici. Interessante un ciottolo con motivi “a filo spinato” rinvenuto in una piccola cavità che si apre sulla Gola della Rossa in località Grotta della Ferrovia nel territorio di Fabriano. Nell’alto maceratese molto importanti i giacimenti di Serravalle di Chienti, della Madonna dell’ospedale di Cingoli e il ciottolo di Tolentino documento di arte figurativa con motivi incisi su entrambe le facce conservato al Museo archeologico nazionale delle Marche di Ancona.
Unico giacimento riferibile al periodo Mesolitico ad oggi rinvenuto è quello di Pievetorina mentre l’insediamento di Maddalena di Muccia può essere già datato nella fase Neolitica nonostante non siano stati trovati resti di strutture abitative; Santa Maria in Selva, frazione di Treia, sempre nel maceratese, è il primo e unico sito Neolitico marchigiano di cui conosciamo i tipi di cereali che venivano coltivati, orzo e frumento. Da qui in poi le Marche entreranno nelle età dei metalli che produrranno grandi cambiamenti e trasformazioni in campo sociale ed economico: nell’area intorno al monte Conero sono stati rinvenuti diversi sepolcreti con tombe a grotticella e vari oggetti di corredo ma è nell’età del Bronzo Medio che si documenta un livello di vita abbastanza elevato fondato sull’agricoltura e l’allevamento, ma dove si praticano anche la tessitura, la lavorazione dell’osso e con molta probabilità la metallurgia, i siti di San Paolina di Filottrano e di Moscosi di Cingoli ne sono una chiara dimostrazione.
Le Marche vissero un periodo di relativa unità culturale solo giunti nell’età del ferro quando furono abitate dai Piceni che si insediarono in molte zone da nord a sud: i centri piceni più importanti, dove i ritrovamenti sono più consistenti – per lo più necropoli – e senz’altro più significativi, sono quelli di Novilara, nei pressi di Pesaro dove, nella vasta necropoli sono stati repertati diversi manufatti tra cui la Stele di Novilara – un’iscrizione in lingua picena -, quelli di Ancona, Belmonte Piceno (in provincia di Fermo) e Ascoli Piceno.