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Il presepista marchigiano Andrea Pistolesi: il “Maestro dei Maestri”

Il presepista sangiustese Andrea Pistolesi è un artista completo, dalla lirica all’arte presepistica che lo attrasse e coinvolse fin dall’infanzia, passione stimolata anche dai suoi genitori che lo aiutarono negli acquisti del materiale presepistico di vario tipo e maturata con la collaborazione del cugino Gilberto Pistolesi. Un percorso lungo e pieno di esperienze e di rappresentazioni natalizie: dagli scantinati degli amici, alle chiese, fino alla realizzazione di mostre importanti.

L’esposizione di Palazzo Bonafede Monte San Giusto (MC)

L’esposizione permanente sangiustese nacque nel 2013 nelle cantine di Palazzo Bonafede per volontà del sindaco Mario Lattanzi, anch’egli bravo presepista e la mostra in tutti questi anni ha fatto registrare una notevole presenza di persone provenienti non solo dalle Marche. Vanta, oggi, una collezione di oltre 4000 pezzi molto rari e pregiati, acquistati in varie regioni italiane e creati da rinomati artisti. La tecnica da lui scelta è quella catalana, ma la rappresentazione è tipicamente marchigiana, ovviamente modernizzata perché costruita secondo regole ben precise: ideazione, progetto prospettico e realizzazione. Suggestivi i meccanismi usati per la movimentazione delle scene, con un’attenzione particolare per l’illuminazione. Potrete trovare molte rappresentazioni e foto nella pagina dedicata ai presepi.

L’Associazione “Amici del Presepe – Monte San Giusto (MC)

Si avvale di tre collaboratori con i quali nel 2019 ha fondato l’associazione “Amici del Presepe – Monte San Giusto” di cui egli è il presidente: il cugino Gilberto Pistolesi che costruisce con lui le minuterie più impensate, l’elettricista Stefano Renzi, tecnico della parte luminaria e non da ultimo il noto presepista Cesare Ciccalè, famoso per la tecnica costruttiva, dove la scagliola è l’elemento base. Ciccalè è noto anche per aver allestito grandi presepi nel fermano, che sono ancora visitabili.

L’esposizione presso Arena Sferisterio Macerata (MC)

Andrea quest’anno, a causa della pandemia Covid 19, conoscendo bene lo Sferisterio di Macerata, presso il quale interpreta ruoli di cantante lirico, ha proposto un progetto presepistico che è stato accolto ben volentieri dal nuovo sindaco Sandro Parcaroli e dalla sua Amministrazione. Ha esposto, insieme alla storica collezione di Domenico Cassese e a quella di Simone Tamburrini di Mogliano, dei presepi nelle Antiche Botteghe dello Sferisterio che è possibile visitare percorrendo il marciapiede esterno dell’Arena-Teatro o consultando i canali social dell’Ente stesso. Come pure ha proposto, avendo creato con i suoi amici tre nuovi presepi, per la Mostra permanente di Monte San Giusto, la realizzazione di alcuni video, concretizzati con la collaborazione dell’assessore alla cultura Mauro Spinelli, che sono visibili in streaming online. Un vero godimento per gli appassionati dell’arte presepistica e per i fedeli, che vivono la spiritualità dell’evento e del suo profondo significato.

La nascita del culto del Presepe

Il culto del presepe infatti nasce verso la fine del 1700 con i frati Minori Osservanti nella chiesa di “Santa Maria della Purità”, dove un tipico presepe marchigiano, formato da numerose statue di gesso, molto colorate, alte dai 30 ai 50 centimetri circa, attraeva i pellegrini dei paesi vicini per la sua spettacolarità e per la profonda devozione religiosa e spirituale che il presepe rappresentava. Oggi di queste statue ne rimangono poche, per lo più ottocentesche. Ma già dalla fine del sec. XV, sull’importante crocevia che portava a Fermo ed a Montegranaro fu costruita una chiesetta interamente affrescata da una brava mano locale, dove l’incuria del tempo ha permesso di salvare solo la grande immagine della “Madonna del Latte”. Attualmente l’affresco dopo essere stato staccato e restaurato si trova nella chiesa Collegiata. La “Madonna del Latte” sta a dimostrare che le radici presepistiche sangiustesi affondano in secoli precedenti al culto creato dai frati a fine sec. XVIII.
Il presepe dei frati visse varie peripezie a causa delle soppressione degli ordini religiosi, prima da parte di Napoleone e poi dell’Unità d’Italia, ma il culto della “Madonna della Purità” molto sentito fece sí che la chiesa non venisse mai chiusa e seguitasse le sue funzioni. Il complesso (convento e chiesa) fu donato dal demanio al Comune nel 1867, nel 1875 la chiesa venne data in gestione alla Collegiata. Don Luigi Mariani, un suo canonico, tra Ottocento e Novecento, restaurò il noto presepe arricchendolo con rudimentali movimenti meccanici, che venivano azionati a mano. Di conseguenza ricominciarono i pellegrinaggi dai paesi vicini. Purtroppo la seconda Guerra Mondiale fece dimenticare questa storia atavica, ma alcuni bravissimi presepisti sangiustesi come Mario Pirro e Giuseppe Brandimarte la portarono avanti rinnovando tecniche, materiali ed ambientazioni.

Il culto venne trasferito nella Collegiata dall’arciprete don Dante Raccichini e fu in auge, anche dopo la sua morte, fino all’ultimo terremoto (perché la Collegiata è chiusa), grazie al valevole presepista Paolo Tentella. L’arciprete, grande competente delle rappresentazioni presepistiche, cercò di coinvolgere il paese indicendo concorsi di vario tipo, stimolando in questo modo famiglie e singoli a partecipare con entusiasmo. Una volta realizzati i vari presepi, l’arciprete li andava a visionare facendo delle osservazioni e dando consigli. Infine i partecipanti ricevevano piccoli riconoscimenti il giorno dell’Epifania, durante una funzione speciale nella chiesa Collegiata. Don Dante Raccichini coinvolse nelle gare anche i commercianti, che si stimolarono a vicenda nel creare piccoli gioielli nelle proprie vetrine.

21 dicembre 2020 – Prof.ssa Livia Brillarelli

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