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Siete pronti per mettervi in viaggio? Perché se siete diretti nel Maceratese dovreste conoscere questo illustre personaggio.

Tra i personaggi storici nati a Macerata, che si sono distinti nella loro vita, sia politica che artistica abbiamo avuto anche personaggi che si sono contraddistinti per un lungo viaggio. Un personaggio che ha saputo farne un’arte o meglio: un’arte di viaggio! 6 ottobre 1552, segnatevi questa data. Una grande data per la Storia. In quel giorno si registrò la nascita dello straordinario astronomo e teologo, Matteo Ricci. Fu il primo dei 13 figli ed all’età di 9 anni iniziò gli studi presso la scuola dei Gesuiti. Nonostante la perseveranza del padre, nel convincere Matteo Ricci a divenire un avvocato di successo, spinto dalla passione per le discipline scientifiche come la matematica, l’astronomia e la cartografia (oltre alla conoscenza dei letterati classici), ereditata da padre Cristoforo Clavio, decide di abbandonare lo studio della Giurisprudenza.

Ma veniamo all’anno fondamentale. Siamo nel 1578 quando inizia l’avventura di Matteo Ricci come missionario ed una fruttuosa interazione con l’Oriente. Si imbarca il 24 marzo dello stesso anno, a Lisbona e giunge a Goa il 13 settembre. Negli anni trascorsi a Goa, Matteo Ricci compirà studi teologici ed insegnerà lettere classiche nei collegi della città sopracitata ed a Cochin.

Nel 1580 verrà nominato sacerdote e la sua permanenza nell’India si conclude nel 1582 quando venne richiamato da padre Ruggeri allo scopo di recarsi a Macao nel tentativo di raggiungere la Cina. L’anno successivo a settembre entra in Cina insieme a Ruggeri e si stabiliscono a Zhaoqing.

Nel 1584 pubblica il primo Mappamondo cinese e collabora con lo stesso Ruggeri alla prima traduzione in cinese del Catechismo. Nonostante Matteo Ricci non fu uno dei primi a parlare di “cattolicesimo” nelle terre dell’Oriente, fu sicuramente tra i più apprezzati, anche se straniero, in una civiltà come quella Cinese dove la fiducia nei confronti degli forestieri era decisamente restia. Ciò è confermato quando con la speranza di raggiungere Pechino lo stesso Padre di Macerata, poco prima entrare nell’attuale Capitale, fu costretto a tornare indietro e si fermò a Nanchang. Lì pubblicò la prima opera in cinese ovvero “Il trattato sull’amicizia”, capolavoro che ottenne grande successo in seguito al quale venne nominato superiore della missione cinese. Grazie al ministro dei riti, Wang Chung Ming, raggiunge Pechino, che decide tuttavia di abbandonare per via della guerra di Corea.

Nel maggio del 1600, Matteo Ricci, decide di sfidare la fortuna e parte di nuovo per Pechino, ma venne arrestato durante il cammino da Ma Tang, che lo trattenne nella fortezza di Tientsin fino al 24 gennaio del 1601. In padronanza di un decreto imperiale, viene accolto nella Città Proibita come ambasciatore d’Europa.

Vivrà a Pechino fino alla morte sostenuto dall’imperatore che provava grande stima per il suo buon animo e le sue doti intellettuali. Matteo Ricci, muore a Pechino l’11 maggio.

Alla morte di Matteo Ricci, l’Imperatore Wanli, proclama una giornata di lutto nazionale per il defunto e per la prima volta nella storia della Cina, concesse che uno straniero venisse sepolto nel terreno imperiale. La tomba del maceratese si trova oggi all’interno del Cimitero di Zhalan, presso il Collegio Amministrativo di Pechino.

di Anisoara Hotea

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