
Tra le vie di Servigliano
Servigliano, piccolo comune in provincia di Fermo, è inserito all’interno dell’elenco dei “Borghi più belli d’Italia”. Molto particolare è senza dubbio la forma del suo centro storico, racchiuso all’interno di un quadrilatero quasi perfetto – con due lati di 144 metri e due di 137 – che ricorda gli impianti urbanistici di epoca romana, con le armoniose geometrie di cardi e decumani. Romana fu del resto la sua origine, così come quella del suo nome, ma l’impianto urbanistico odierno deriva da una ricostruzione quasi integrale del paese in seguito ad una frana del 1771. Ricostruzione voluta da papa Clemente XIV – per circa un secolo, fino all’unità d’Italia, Servigliano fu conosciuta con il nome di Castel Clementino – e terminata da papa Pio VI.

Questo borgo del fermano può essere girato comodamente a piedi, entrando nel suo centro storico attraverso una delle tre porte settecentesche che si aprono lungo il quadrilatero: la imponente Porta Clementina, Porta Pia e Porta Santo Spirito.
Cuore di Servigliano è Piazza Roma, dove confluiscono le due principali vie del paese. Su di essa si affaccia la bella Collegiata di San Marco con il suo alto campanile, una chiesa in stile neoclassico che custodisce al suo interno le reliquie di san Servigliano e di san Gualtiero. Un altro lato della piazza è invece occupato del Palazzo del Comune con il suo doppio porticato. Dirimpetto alla Collegiata è poi possibile osservare lo storico Palazzo Filoni Vecchiotti, costruito all’inizio del XIX secolo e caratterizzato dalla presenza di tre piani con altana.
Poco fuori dal perimetro del quadrilatero sorgono invece, uno vicino all’altra, il convento dei Frati Minori Osservanti e la chiesa di Santa Maria del Piano.
Leggermente più lontana, ma comunque comodamente raggiungibile, è invece la Casa della Memoria, un luogo multimediale dove viene ricordato quello che fu il grande campo di prigionia di Servigliano. Uno spazio detentivo edificato nel 1915 durante la prima guerra mondiale, utilizzato come deposito tra le due guerre e poi come campo di concentramento dall’ottobre del 1943, sotto il controllo nazista.
A due passi dalla Casa della Memoria si trova invece il tranquillo Parco della Pace.